La Zanzara


In queste notti tormentate dal caldo e dalle zanzare, perché non prenderla a ridere? Spero di farvi divertire con il mio racconto:

LA ZANZARA

Per quanto mi scervelli a ricercare delle ragioni che giustifichino
l’esistenza della zanzara, non trovo appigli né scientifici, né affettivi che
possano invitarci a sopportare questo fastidiosissimo insetto.
Accuratamente evitata dalla letteratura, dal mito, dalla religione, dal
cinema, che pur ha prestato attenzione a specie poco nobili quali mosche,
formiche, cicale, libellule, grilli, cavallette, ragni, scarafaggi, topi, rospi.
Nonostante ciò è oggetto di discorsi e lamentazioni, di cronache in merito
alle infezioni che producono, le ultime, in ordine di tempo, riguardano la
diffusione del virus Zika, che ha rischiato di compromettere le olimpiadi in
Brasile. Il nome Tigre ha riscosso unanime consenso, con la differenza che
il felino è quasi estinto, mentre la disturbatrice delle notti estive è viva e
vegeta.
L’entomologia ci dice che ha solo venti giorni di vita, ma comincio a
dubitarne seriamente e inviterei il ricercatore a esaminare gli esemplari di
casa mia che non mi hanno abbandonata per tutto l’inverno,
moltiplicandosi generosamente appena il tepore primaverile ha dato il via
alle danze d’amore.
Dobbiamo ammettere che la natura ha fornito alla zanzara una sorta di
intelligenza che le consente di individuare la preda nel buio, dall’odore
del sangue, però senza eccessiva cattiveria, infatti non ha il pungiglione
come le cugine api e vespe, non inietta veleno, la proboscide perforante
al posto della bocca è cosparsa da una sorta di anestetico che le serve da
anticoagulante e che, seppur involontariamente, ci prude. Ecco perché ce
ne accorgiamo solo dopo il salasso e anche spiaccicarle sul muro serve
solo a farsi brontolare dalla compagna che ci ricorda che l’imbianchino
costa! Sono ben educate perché ci avvisano con ostinazione della loro
presenza, tanto che talvolta preferirei facessero il loro lavoro in silenzio
per non perdere il sonno e la salute.
Un problema così sentito appassiona i suggeritori di soluzioni, che si
dividono tra coloro che si avvalgono della chimica e della tecnologia e
quelli che ostentano rimedi naturali. Tra i primi si annoverano i grandi
consumatori di liquidi repellenti, zampironi, racchette elettriche,
emanatori di onde elettromagnetiche, sempre disponibili comunque a
sperimentare nuovi ritrovati.
I naturisti a ogni costo non vedrebbero male circondarsi di basilico e
piante maleodoranti pur di arrivare al risultato; qualcuno azzarda alla
voracità dei gechi, ospitarne tre o quattro in camera da letto, può darsi ci
liberi dalle zanzare, ma dubito ci regali la tranquillità. Ugualmente eviterei
i pipistrelli, per complicazioni collaterali.
Per ovvie ragioni le più accreditate università conducono studi sul
fenomeno, se alcune proposte sono carenti in fattibilità, andrebbero
premiate per fantasia.
Dalla Cina arriva l’idea di far fecondare le zanzare con maschi sterili che
quindi impedirebbero la riproduzione; qualche particolare e le dinamiche
del piano di emergenza mi risultano un po’ strani: diversi camion di
maschi impotenti, si spera comunque prestanti da attirare le
inconsapevoli amanti, sciamati nei luoghi da disinfestare. Si tratterebbe
soltanto di evacuare per una ventina di giorni le nostre città, attendere
che le zanzare concludano i loro comodi e transitino a miglior vita. Un
prezzo lievemente caro per godersi il fresco senza ospiti indesiderati!
In un mondo dove tutto ha uno scopo: economico, intellettuale,
sentimentale, sociale, le zanzare sono gli unici esseri del creato
completamente inutili agli umani, se ne infischiano di noi, del progresso,
del web, del domani. Meritano un apprezzamento, ma non garantisco di
non mandargli un accidente o inseguirle con uno straccio assassino alla
prossima puntura.
Il racconto è pubblicato in Antologia, Il gatto è un mito! E gli altri animali…? Pure.

Ed. Ibiskos Ulivieri