Leonardo presentò il cugino Matteo, un pennellone alto e dinoccolato, il naso leggermente camuso che attenuava lineamenti femminili, restituendogli l’aspetto di maschio; impacciato sedette svelto, per premeditazione o per caso, di fronte a Eleonora, che lo osservava con noncuranza……..
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Un lampo, uno squarcio di luce si accese sul viso del ragazzo, gli occhi richiamavano un mondo alla memoria che si apriva e offriva all’ammirazione dei commensali.
La Pantera, l’unica, la grande, la sfortunata, la generosa. Quell’anno correva il palio per replicare la riscossa del fantino Brio……….
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– Ah ti chiami Matteo, come il mio ragazzo.
– Il mondo è pieno, ma io sono The Best.
– Ti battezzerò Matteo Due, per non confonderti.
– No davvero! Io non sono secondo a nessuno.
Le si rivoltò con tale superbia, quasi con rabbia che rimase spiazzata, si strinse nelle spalle e allargò le braccia. Una reazione sconsiderata per una frase che lei valutava una gentilezza.
– Chiamami Billi. È il mio cognome……….